Cartolina

SANDRO SISTO, Bari in cartolina. Mezzo secolo di immagini della città (1896-1945), Edizioni Grifo, Lecce 2023

Se è vero che “un’immagine vale più di mille parole”, allora questo libro di Sandro Sisto vale quanto un trattato di storia cittadina. La bella, essenziale, ma forbita prosa è a corredo del ricchissimo apparato iconografico, e non il contrario, come solitamente avviene. Intento dell’autore, espressamente indicato fin dal titolo, è dichiarato nell’incipit: “Parlare compiutamente di Bari attraverso le cartoline d’epoca…“

Sisto, che non si atteggia a storico di Bari, non si definisce nemmeno un “collezionista” di cartoline, nel senso tecnico del termine – anche se mostra di non aver niente da invidiare ai cartofili professionisti – ma si dichiara un semplice “raccoglitore” appassionato delle antiche “immagini” della sua e nostra città che hanno viaggiato nel tempo, in lungo e il largo, per le “autostrade postali” del Paese. 

Una raccolta di migliaia di cartoline

Nell’arco di trentacinque anni, Sisto ne ha raccolte migliaia. Non è stato facile per lui selezionare una piccola parte dell’immensa collezione da convogliare nello spazio di una pubblicazione che fosse tuttavia significativa e interessante. 

Il taglio scelto non è cronologico – troppo piatto e noioso -, né stradale – troppo didascalico – ma una forma mista suddivisa in sezioni: strade famose, quartieri, scuole, chiese e i baresi in abiti d’epoca, alle prese con le loro attività.

L’opera appare quindi rivolta direttamente al cultore delle memorie cittadine, sia esso un esperto o un neofita. Il neofita avrà il piacere di scoprire la Bari di un secolo fa, attraverso le cartoline d’epoca, alcune invero piuttosto rare; il cultore esperto potrà trovarvi spunti di riflessione in merito ad aspetti finora trascurati.

L’aneddoto del cavallo di Re Umberto

Come ad esempio il celebre aneddoto della coda del cavallo di Re Umberto.

Molti ricorderanno la curiosa storia che precedette l’inaugurazione del monumento equestre di Re Umberto I nella piazza omonima della Città nel 1905. lo scultore, il celebre Filippo Cifariello, attaccò la coda al cavallo del “Re buono” soltanto all’ultimo momento, per farsi finalmente saldare il compenso dovuto dalla pubblica amministrazione committente, anche in quei tempi, come ancora oggi, non era sollecita nei pagamenti quanto nelle riscossioni. 

Vien fatto di chiedersi se sia andata proprio così, o se qualche cronista dell’epoca si sia lasciato andare a fantasiose ricostruzioni: del resto, anche un valente storico come il Perotti fu rapito dalla sua fervida fantasia poetica, quando inventò di sana pianta l’aneddoto dell’anello di Re Gioacchino (smentito dagli storici locali successivi, come Alfredo Giovine, Vito Antonio Melchiorre, Nicola Mascellaro, Felice Giovine, Gigi De Santis).

La prova in una cartolina

Ebbene, una prova – seppur non conclusiva, come avverte l’Autore stesso con la coscienziosa cautela dello storico – della veridicità di tale aneddoto è in una cartolina celebrativa dell’inaugurazione del monumento al sovrano (p. 146): dietro il piedestallo della statua equestre, si nota appoggiata a questo una scala a pioli, probabilmente usata dal Cifariello per riattaccare la coda in questione.

Cartolina dell’inaugurazione della statua

È questo solo un esempio, fra le tante immagini che in gran copia arricchiscono il volume. Alla curiosità del lettore lasciamo il piacere di scoprire le altre.


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Insegnante e giornalista pubblicista. Cultore di scienze biblico-teologiche, specializzato in teologia ecumenica con indirizzo biblico-patristico. Già redattore Barinedita.it (2011-1019)

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Architetto e storico dell’arte, ha al suo attivo la pubblicazione di vari libri e numerosi articoli sull’Arte italiana, con particolare riguardo alle città pugliesi tra Ottocento e Novecento. E' curatore del blog sull'arte del Ventennio "Arte Ventennio": www.arteventennio.com.

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