Il Barione

“Barion, nome che ha nell’etimo l’impronta indigena e nell’uscita il segno della grecità” (Armando Perotti, Bari ignota, p. 48).

Un cherubino su una barca nell’atto di scoccare la sua freccia, alle sue spalle la stella del mattino segna la rotta mentre un delfino lo accompagna tra le onde. È il Barione, il più antico emblema della città di Bari, così come appare per la prima volta su una moneta di bronzo del III secolo a.C., il Barinon, attualmente conservata nel Museo Archeologico di Santa Scolastica di Bari.

Il barinon, moneta in bronzo, III sec. a.C. Sul fronte: “la prua di nave con l’amorino scoccante i il delfino che nuota…con attorno la scritta ‘ton barinon’ cioè ‘dei baresi’, sottintendendo moneta” (A. Perotti, Bari Ignota, p. 52); sul retro il dio Giove.

L’origine del  “Barione” si perde nella notte dei secoli e da sempre divide le interpretazione degli storici. Il primo storiografo di Bari, Antonio Beatillo (1570 – 1642), ad esso addirittura attribuisce il nome della città. In greco infatti “Baris” indicava una particolare imbarcazione, simile a quella “con la quale venne in Italia il figliuolo di Dedalo” (Historia di Bari, p. 16). Simbolo del suo fondatore, quindi, e della vocazione marinaresca dei suoi abitanti. Ma anche forma geografica della sua penisoletta, che – a dire sempre del Beatillo – assomiglia proprio alla prua di una nave pronta a solcare il mare: 

“La sua figura è d’una nava, o galea, la cui poppa è quel poco che sta congiunto con la terra ferma e la prora è il bastione, che chiamano, di Santa Scolastica, qual sporge in mare verso Greco levante, e mira l’Isola di Candia, nativo suol del di lei fondatore. Dal cui nome altresì il medesimo vento, che da Candia soffia verso la Puglia, ancor esso vien detto Iapige” (ibidem, p. 18)

Ardita tesi, alquanto leggendaria che il Perotti, nella succitata opera, non esita a confutare con opportune argomentazioni filologiche e storiche, ma che ha certamente contribuito al successo di questo emblema cittadino che per secoli ha convissuto con il classico stemma dello scudo bipartito, bianco-rosso. Convivenza che terminata solo nel 1935, quando la legge comunale dell’8 giugno sancisce lo scudo bipartito come simbolo ufficiale di Bari, disponendo la sua iscrizione nel Libro araldico degli enti morali (cfr. Vito Antonio Melchiorre, “Note storiche su Bari, p. 64).

Sebbene pian piano dimenticato dai più, il Barione ha continuato a suscitare interesse tra i ceti più colti della città e non ha cessato di fare capolino in alcune rappresentazioni artistiche, soprattutto architettoniche. 

Quali? Proviamo a scoprirlo insieme.

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