San Giacomo

Il Cammino di Santiago continua ad affascinare e coinvolgere ancora oggi, dopo secoli, ogni anno migliaia di pellegrini da tutto il mondo. In un precedente articolo abbiamo percorso insieme uno degli ultimi tratti fino a Compostela. Ma ci sono diversi cammini percorsi nel passato dai pellegrini che partono da molto più lontano. Oggi parliamo del Cammino di Gerusalemme che parte dalla capitale di Israele dove l’apostolo Giacomo dette testimonianza della sua fede, e attraversa l’Europa, fino ricongiungersi con il Cammino di Santiago che porta a Santiago di Compostela, dove dal IX secolo fu ritrovata la sua tomba. Non tutti però sanno che anticamente, in particolare a partire dal XI secolo Bari, la città di San Nicola, era una tappa imprescindibile di questo percorso.

Oltre alla edificazione sul Cammino di numerosissime chiese dedicate al nostro Santo Patrono traccia tangibile della secolare storia, è la presenza a Bari della chiesa di San Giacomo eretta nel cuore della città vecchia.

La chiesa di San Giacomo…
… in piazza dell’Odegitria

La chiesa di San Giacomo

La sobria e bianca facciata romanica della chiesa si affaccia sulla stessa piazza in cui si staglia la Cattedrale di San Sabino, piazza Odegitria.

Nella stessa piazza della cattedrale

Ma il suo orientamento, in direzione nord, è insolito rispetto al tempio principale della città. Sul suo lato ovest costeggia una stradina che non a caso è intitolata al Santo: strada San Giacomo, che si estende dal numero 67 di Piazza Odegitria fino a strada Attolini 8/A.

Targa in strada San Giacomo

Questa doppia intitolazione, di chiesa e strada, è un’evidente traccia della suddetta tappa del cammino dei pellegrini. Suffragata da almeno altri due ulteriori indizi. Il primo è la presenza oltre le mura della città di una contrada detta di San Giacomo, testimoniata da notizie presenti nel Codice Diplomatico Pugliese e anche da carte dell’archivio di San Nicola relative agli anni 1597-8. Cosa che fa pensare ad una strada che probabilmente da lì proseguiva per le campagne della Terra di Bari fino a congiungersi con il fitto reticolo di percorsi seguiti dai pellegrini in Europa in direzione nord ovest.

La strada fiancheggia la chiesa

La porta murata

Il secondo più evidente indizio è la presenza di una porta, ora murata, sul lato destro dell’attuale chiesa (in corrispondenza, all’interno, della prima arcata destra), nella suddetta strada San Giacomo, sormontata da una lunetta con il bassorilievo del santo apostolo. Oggi è molto consumato dal tempo, ma ancora ben visibile, raffigurato in abiti tipici del pellegrino del XV secolo.

La porta murata…
… sormontata con una lunetta con il bassorilievo del santo

Con lo spirito dei pellegrini, quindi, saliamo anche noi i quattro gradini su cui si eleva l’austero, vecchio portale, sotto la cui lunetta una epigrafe quadrangolare in latino, quasi del tutto illeggibile, attesta la consacrazione della chiesa al culto di San Giacomo che ci invita ad entrare.

L’ingresso della chiesa

La bianca pietra di Trani della facciata cinquecentesca lascia il posto agli stucchi rococò, opera dell’architetto napoletano Domenico Antonio Vaccaro, e ai marmi policromi degli altari realizzati da Carlo Tucci, frutto dei lavori di ristrutturazione iniziati dell’arcivescovo Ascanio Gesualdo nel ‘600 e proseguiti nei secoli successivi, come testimonierebbe una epigrafe (scomparsa) ricordata dallo storico Antonio Beatillo, datata 4 novembre 1627.

La storia della chiesa di San Giacomo

Ad eccezione della struttura originale della chiesa e del basamento del campanile, nulla ci resta dell’epoca medievale, se non la testimonianza degli storici più antichi, del Beatillo, appunto, e di Giulio Petroni che fanno risalire la fondazione, addirittura al 891 ad opera del protospatario imperiale bizantino, Simpaticio che affidò chiesa e convento alle monache basiliane.

Il convento fu distrutto nel 1156 dalla furia di Guglielmo il Malo, ma ricostruito nel 1180. Fino a quando, nel 1344, soppresso in occidente l’ordine delle basiliane, è affidata alla congregazione benedettina delle Olivetane. 

Fu allora che la chiesa viene messa sotto il patronimico di San Giacomo.

L’intero complesso sacro resterà delle Olivetane fino al 1866, quando l’Ordine viene soppresso dal Governo italiano. In seguito agli ingenti danni subiti durante la Seconda Guerra Mondiale, il convento è demolito. Ricostruito resterà nel patrimonio pubblico del Comune che ne ha mantenuto fino ad oggi la destinazione benefica.

Gli interni

La chiesa si presenta a navata unica absidata, coperta a botte e illuminata dal finestrone barocco della facciata (le quattro monofore sono murate), dalle finestre absidale e della navata che permettono ai raggi solari di rifrangersi sulle figure fitomorfi del pregevole pavimento settecentesco in maiolica, opera della bottega dei Mazza.

La chiesa si presenta a navata unica
Il finestrono barocco sulla facciata…
… illumina il pregevole pavimento

Le pareti laterali presentano pilastri con arcate a tutto sesto – sormontati da notevoli coretti bombati – che incorniciano sei vani con altrettanti altari e tele di scuola napoletana. Da sinistra verso l’altare maggiore e ritornando da destra, verso il portale, i seguenti dipinti:

S. Francesca Romana (Paolo De Matteis 1713); Immacolata (R. Carmelo sec. XIX); San Benedetto (Ludovico Vaccaro 1740); San Bernardo de’ Tolomei (1713); Adorazione dei Pastori e Sant’Anna e Maria bambina (Ludovico Vaccaro 1740).

Sulle pareti laterali…
… ci sono sei vani con altrettanti altari e tele

In fondo al presbiterio l’imponente tela del già citato Paolo De Matteis (1713) raffigura la Santa Vergine Maria con il Bambino tra gli angeli e ai suoi piedi San Rocco a destra, vestito di bigio con mantello marrone, e San Giacomo a sinistra, in ginocchio coperto da un mantello rosso.

La tela del De Matteis…
… e l’altare maggiore

Elevato su tre gradini, troneggia il maestoso altare maggiore ad intarsio in marmo rosso del XVII secolo, disegnato dal Vaccaro. Sul palmiotto, al centro, all’interno di una cornice circolare, emerge in alto rilievo il busto del nostro San Giacomo a cui la chiesa è dedicata.

Le acquasantiere…
… all’interno della chiesa

Ripensando ancora al lungo cammino di San Giacomo, lasciamo la chiesa e imbocchiamo strada San Giacomo per riprendere il nostro virtuale pellegrinaggio. 

Il campanile della chiesa

Solo alla fine del vicolo, scorgiamo l’alto campanile in stile romanico, che si staglia dalle mura del complesso in cui è incorporato e non visibile dalla facciata. Diviso da una cornice, si eleva in due ordini aperti da bifore: slanciate colonnine e capitelli, nel primo, più modeste nel secondo, protette da una ringhiera in metallo. 

Il campanile…
… in stile romanico…
Sulla cupoletta barocca troneggia la croce

Una cupoletta barocca a forma di cipolla rigonfia chiude infine la sommità del campanile reggendo una croce che spinge il nostro sguardo verso il cielo, oltre la città… in direzione di Santiago di Compostela.


Foto chiesa: Nico Tomasicchio

Foto strada San Giacomo: Salvatore Schirone

Bibliografia:

  • Nicola Milano, Le chiese della diocesi di Bari. Note storiche e artistiche, Edizioni Levante, Bari 1982
  • Gaetano Barracane – Gerardo Cioffari, Le chiese di Bari antica, Mario Adda Editore, Bari 1989
  • Giuseppe Lucatuorto, La Bari nobilissima. Testimonianze storico-artistiche sulla Palepoli, Edizioni Del Centro Librario, Bari  Santo Spirito 1971
  • Rosanna Bianco, Culto e iconografia di Santiago di Compostella in Puglia, in, a cura di, M.S. Calò Mariani, Il Cammino di Gerusalemme. Atti del Convegno Internazionale di Studi (Bari 1999), Bari.

Link Cammino di Gerusalemme:

https://www.pellegrinaggietours.it/cammino-di-gerusalemme/

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Insegnante e giornalista pubblicista. Cultore di scienze biblico-teologiche, specializzato in teologia ecumenica con indirizzo biblico-patristico. Già redattore Barinedita.it (2011-1019)

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