Chi ama la pittura non può non aver perso lo sguardo dentro una tela di Franco Colella. Chi visita gli spazi d’arte baresi non può non aver visto un suo paesaggio. E chi ha frequentato i circoli cittadini non può non ricordare, sulle pareti dei salotti, le sue inconfondibili marine. In via Cairoli, al Circolo Ufficiale, si danzava a pochi metri dalle tele del pittore barese. La Pinacoteca ‘C. Giaquinto’ conserva alcune opere del maestro e nel 2016 presentava un ritratto ad olio per un’esposizione sull’identità pugliese.

Rustico, olio su tela

I quadri di Franco Colella a Chicago

Però la vicenda di questo artista dice altro. Dice sì che Colella fu il pittore di Bari vecchia e delle coste rapite dai tramonti adriatici. Dice sì l’impegno con cui, in Italia e all’estero, diffuse visioni di un Sud magico e contadino. Per anni un mercante di Chicago tenne in mostra i quadri di Colella accanto alle opere di Utrillo e de Chirico. Questa storia però ci ricorda anche la freddezza di quei noti critici che, per diffondere l’arte informale e le avanguardie artistiche, fecero poco per conservare la tradizione pittorica barese.

Ritratto, olio su tela

Ora ricordiamo la battuta, “Bari non ama l’arte”. Affermazione critica superata? Di certo l’espressione artistica rimane soggetta a costanti rivalutazioni. Per questo chi fa ricerca ha la possibilità di rileggere il passato e tentare di capovolgere le conclusioni di un tempo. Ma come fare? Prima di tutto, tornare al racconto degli artisti storici della città, per aprire una neo-stagione di divulgazione critica e fare ciò anche attraverso il nascente Polo delle Arti, in cui dedicare uno spazio ai pittori baresi della tradizione figurativa nella prima parte del XX secolo.  Il tutto per evitare che un’altra memoria venga dispersa, per scongiurare che l’arte di Cives, La Nave, De Giosa, Vacca, Fiore e Colella e altri sia dimenticata.

Cavallo che si abbevera con trullo, olio su tela

Allora cominciamo da Franco Collela, pittore purissimo, anima dell’immaginario barese, artista che nacque in via Dante Alighieri 87. Pertanto sarebbe un segnale di una diversa sensibilità comunitaria l’apporre, sul palazzo di via Dante, un’epigrafe commemorativa, una memoria per un maestro che, in tutta l’Italia, mostrò i suoi quadri dedicati alla Puglia; che, con la sua dolce pittura, diede un’anima alle case abbandonate tra gli ulivi e regalò colori felici al lungomare barese.


Copertina:

Terrazza sul mare. Lungomare di Bari

Foto: web

Fonte:

Nella Colella, Mio Padre Franco Colella, l’uomo, l’artista, Adda Editore 1993.

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Renato de Robertis, docente di Lettere e scrittore. Critico d’arte per testate giornalistiche online. Ha pubblicato articoli per ‘Il Borghese’, ‘Riforma&Didattica’, ‘Il Corriere del Mezzogiorno’. È autore del libro di prose e versi ‘Bari è un sole notturno’ (Edizione dal Sud, 2020). Dipinge con lo pseudonimo Bertos. I suoi quadri sono disseminati qua e là.

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