autrici

Una serata all’insegna del racconto, del confronto e della tenacia: è quanto emerso dall’appuntamento del 21 novembre, svoltosi presso Portineria 21 a Bari a partire dalle 18:30, dove un gruppo di donne ha preso il microfono e ha affermato il proprio stendardo di Coscienza e Libertà.

Questo il nome dell’incontro, organizzato dalla Florestano Edizioni, casa editrice barese che ha voluto portare al pubblico di varia le tre eroine delle autrici Marta Pisani, Francesca Pilato e Antonella Fiore.

Una scelta coraggiosa, dati gli ultimi drammatici risvolti di cronaca nera, che ha desiderato contrastare volutamente il grigiore cinereo di questi giorni e divulgare la storia di tre donne che “ce l’hanno fatta”.

Le autrici

Già volti noti nell’editoria italiana, autrici di plurime opere e persone dal retropalco di esperienze notevole, le tre scrittrici, con la moderazione della giornalista e presidente del CUG della Regione Puglia Magda Terrevoli e alla presenza di un’interessata platea, hanno esplorato i meandri e l’eziologia delle storie da loro raccontate.

“La guerra di Gilda”

È stato il caso di Antonella Fiore, che grazie alla sua Gilda, protagonista de La guerra di Gilda, ha potuto affrontare il tema del preconcetto verso il diverso, una xenofobia stringente… specie se verso una donna.

Era così nel 1914, periodo in cui si ambienta la (vera) storia della sua protagonista, frutto di un intenso e appassionato studio degli atti processuali che hanno riguardato Ermenegilda Graziani, prima donna italiana a subire un processo con l’accusa di spionaggio a favore degli austriaci. Gilda è anticonvenzionale: ha i capelli corti, veste in modo provocante, non è sposata ma ha una relazione con un giovane ufficiale austriaco.

Agente di commercio e nel contempo rappresentante di lingerie, è portavoce di una “diversità” che le costerà cara e che la porterà a lottare per dimostrare la propria innocenza. Antonella, appassionata di Storia e conoscitrice del periodo della Grande Guerra, rivela al pubblico un’eroina indipendente, attraverso cui comunica un bisogno di solidarietà, un’esigenza di libertà, riscatto e di emancipazione che ancora oggi a volte, purtroppo, le donne faticano a conquistare. 

La guerra di Gilda

“Il colore turchino”

Dicasi lo stesso per Aloisa, la “creatura” di Francesca Pilato, mirabilmente raccontata ne Il colore turchino. Anche il suo è un personaggio “ponte” tra passato e presente, tra mondo finzionale e mondo reale, ambasciatore di un monito da custodire. Aloisa è una giovane donna di origini siciliane, che, come in ogni marriage plot che si rispetti (la storia è ambientata nella seconda metà dell’Ottocento) si innamora di un uomo e lo sposa, per poi scoprire di dover abbandonare precocemente l’ingenuità di quel sogno d’amore.

Vittima delle sue angherie, in un contesto storico in cui il vincolo matrimoniale era considerato quasi inderogabile, riesce a recidere il filo spinato della sua infelicità, lasciandolo e costruendo le fondamenta del suo affrancamento. Trova nella musica il suo più dolce lenitivo, diventando una portentosa musicista. Il romanzo, intarsiato di riferimenti al mito (a partire dal titolo, in quanto nella mitologia il turchese era il colore della coscienza, e dalla dea Persefone in copertina, alter ego della protagonista) è simbolo di lotta al patriarcato e alla violenza e icona di emancipazione femminile.

Il colore turchino

“La felicità come diritto”

In ultimo ma non per ultima la molfettese Marta Pisani con La felicità come diritto, sequel de Il diritto di scegliere. A metà strada tra storia romanzata, romanzo di formazione e affresco storico (la vicenda è ambientata all’indomani della Seconda guerra mondiale e restituisce al lettore particolari e dettagli dell’epoca in modo veridico e introspettivo, tra cui l’esplosione nel porto di Bari del ’45), l’opera, ispirata ad una ragazzina del paese di cui Marta sentiva parlare durante gli anni della gioventù e della quale decide di romanzare l’esistenza, racconta di Lucrezia, una fanciulla di umili origini della provincia di Bari.

Destinata a soccombere ad un matrimonio per procura, la giovane sceglie di ribellarsi nel momento in cui si accorge dell’inganno cui è stata indotta, convinta a sposare un uomo che scopre essere “diverso” rispetto alle sue aspettative. Si arroga, dunque, non solo il diritto di scegliere ma anche e soprattutto la felicità come diritto (parola chiave del titolo e del romanzo).

Un’eroina intersezionale, una Isabel Archer italiana, volendo ricordare Henry James, che rivoluziona le percezioni, diventando pioniera dei diritti femminili e antesignana di libero arbitrio.

La felicità come diritto

Forti emozioni con le autrici della Florestano Edizioni

Una serata pregna di emozioni, confidenze e riflessioni, un flusso di dialogo senza filtri, zampillato dalle pagine dei tre romanzi editi da Florestano Edizioni e che ha coinvolto intensamente gli spettatori, uniti in un abbraccio di pensieri che si spera possano sedimentarsi nel e per il futuro.

Da sinistra a destra: M. Pisani, A. Fiore, M. Terrevoli (moderatrice), F. Pilato

Link Florestano Edizioni:

https://www.florestanoedizioni.it/

© 2023 Tutti i diritti riservati

+ posts

Laureata in Filologia Moderna, Scrivo per una testata di informazione cittadina e da poco opero revisione testuale e correzione di bozze su libri eterogenei. Appassionata di poesia, ho sempre pensato che scrivere sia una sonda ed io continuerò ad esplorare.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *