Dopo decenni di abbandono all’usura del tempo e agli atti vandalici, e diverse spontanee iniziative e pubbliche petizioni, finalmente  lo scorso 19 aprile la Soprintendenza Archeologica – Belle Arti e Paesaggio della città Metropolitana di Bari ha dato il placet per i lavori di restauro.

Ma restano alcuni dubbi sul recupero effettivo dell’integrità delle epigrafi del “monumento”.

Stiamo parlando dell’unica cinquecentesca cisterna superstite delle 12 che l’illuminata Duchessa di Bari e Regina di Polonia, Bona Sforza (1524 – 1557) fece realizzare nel 1554 per sopperire alla cronica mancanza d’acqua della nostra terra. 

L’antico pozzo, situato in strada Palazzo Arcivescovile, alla spalle della Cattedrale di Bari, attingeva acqua dolce da una falda presente quasi a livello del mare.

In strada Palazzo Arcivescovile…
… alle spalle della Cattedrale

Niente a che vedere con le cisterne di acqua piovana come quelle ad esempio di piazza Federico II, davanti al Castello, quella dell’attigua Trulla della Cattedrale, e le più piccole presenti nelle varie case e palazzi della città vecchia.

Il pozzo di Bona Sforza dissetò per secoli i cittadini

Quella falda riuscì a dissetare gratuitamente per oltre tre secoli i baresi, fino alla chiusura del pozzo per inquinamento nei primi anni del novecento, giusto in tempo per l’arrivo dell’acqua del Sele grazie all’acquedotto pugliese inaugurato nel 1915

Lo documentata una rara foto di fine ottocento in cui sono immortalati cittadini in procinto di attingere l’acqua sotto il vigile controllo dei gendarmi dell’epoca.

Il pozzo di Bona Sforza in una immagine del 1902 (ph Schena Editore)

I lavori di restauro – si legge nel cartello posto sul cantiere –  sono sponsorizzati dalla “Soroptimist International d’Italia” per un costo complessivo di 7 mila Euro, e si dovrebbero concludere entro 60 giorni (presumibilmente quindi il prossimo 19 giugno) con la collocazione di una targa che riporterà il logo dello Sponsor.

Vedremo.

I lavori di restauro del pozzo
Il cartello

A preoccuparci, però, sono i lavori di pulitura in corso che si intravedono oltre la rete di recinzione sulle facciate lapidee del pozzo che reggono la lastra di ferro di copertura della cisterna.

Su di esse sono riportate delle iscrizioni fatte incidere alla duchessa a monito e memoria della città, che nel tempo sono state abrase e che allo stato attuale dei lavori da noi fotografati, sembrano ulteriormente illeggibili se non cancellate del tutto.

Sono iniziati i lavori di pulitura
Le iscrizioni sembrano sparite

Siamo sicuri che la Sovrintendenza veglierà affinché il restauro conservativo delle scritte sia fatto ad opera d’arte, ma ci sembra opportuno ricordare quello che si poteva ancora leggere fino a poco tempo fa. 

Dalle foto scattate nel corso degli ultimi anni, è evidente il progressivo deterioramento delle incisioni.

Inoltre c’è da dire che raramente storici e divulgatori e giornalisti hanno provato a trascriverle e commentarle.

La ricostruzione delle scritte sul pozzo

Per questo ci siamo rivolti al professore Pietro Mazzeo, che in un suo libretto di qualche anno fa, provvide alla ricostruzione delle scritte e alla corretta traduzione dal latino.

Leggiamo il monumento girandoci intorno in senso orario e partiamo dalla facciata occidentale, quella per intenderci rivolta verso l’abside della cattedrale.

Qui si intravede il bassorilievo, consunto dal tempo, di un’aquila, simbolo presente nello stemma del casato sforzesco.

Facciata occidentale (ph Editrice Tipografica)

Le epigrafi

Facciata con ricostruzione (ph Editrice Tipografica)

La faccia settentrionale presenta una doppia sezione. A sinistra la raffigurazione, per quanto sbiadita, di San Nicola.

A destra, l’epigrafe, anch’essa logora, il felice invito (attribuibile alla voce dello stesso santo, che cita Isaia 55,1), prima parte di un messaggio che si completa poi nella faccia meridionale del pozzo.

Prima epigrafe (ph Editrice Tipografica)

BIBITE PAUPERES 

SINE ARGENTO (.) 

AQUAS REGINA BONA 

PRAEPARAVIT. 

Traduzione: “Bevete, o poveri, senza moneta (gratuitamente). La regina Bona ha donato (queste) acque”

Segue in calce, nell’angolo inferiore di destra, la figura di un mostro marino, dal senso allegorico, zampillante dal dorso getti d’acqua animati in cima, in un clima di rinnovato gusto mitologgizante della classicità, da piccole teste zoomorfiche.

Scrive Mazzeo nel suo libro.

La facciata orientale riporta il disegno a reticolo che di solito chiude il sistema delle “pergamene”, senza restituire elementi di ulteriore leggibilità.

Facciata orientale (ph Editrice Tipografica)

Molto significativa, invece la facciata meridionale. Caratterizzata da una vistosa lesione centrale, presenta in un’altrettanto corrosa epigrafe, una sentenza di auspicio che completa il messaggio delle facciata settentrionale:

AGITE SEMPER (P)URA CARITATE (.) 

CESSATE SU(P)ERBIAS AD NOS (.) ETC (.) 

PIISSIMI FAC(T)I SUMUS SITI SEDATA (.) 

A (NNO) D (OMINI) MDLIV

Traduzione: “Agite sempre con pura carità. Cessate gli atti di superbia tra noi. Ecc. Ci facciamo (diventiamo) piissimi una volta sedata la sete. Anno del Signore 1554”.

Facciata meridionale (ph Editrice Tipografica)
Facciata con ricostruzione (ph Editrice Tipografica)

Sarebbe davvero bello se queste parole venissero preservate e dopo quasi cinque secoli risorgessero a perenne testimonianza di un’epoca luminosa, quella sforzesca, non a caso governata da due donne (Isabella e Bona Sforza), dal respiro europeo (il ducato di Milano e il regno di Polonia)! Quando il potere non si occupava solo di strategie economico-militare (torrioni, porti e fortezze), ma anche di ridare dignità al popolo, come seppe fare la regina Bona Sforza, occupandosi di pulizia delle strade, di approvvigionamento idrico e di giustizia sociale.


Bibliografia:

  • Gerardo Cioffari, Elementi religiosi ed  umanitari nella personalità di Bona Sforza, in Bona Sforza regina di Polonia e duchessa di Bari, Edizioni Levante Bari, 1984.
  • Pietro Mazzeo, Pagine del tempo 2, Editrice Tipografica, luglio 2018.
  • Alfredo Giovine, Bari “belle époque”, Schena Editore 1989.

Link Comunicato stampa Comune:

https://www.comune.bari.it/-/siglato-il-verbale-di-consegna-dei-lavori-di-restauro-della-cisterna-di-bona-sforza-a-bari-vecchia-a-cura-di-soroptimist-international-d-italia-club-b

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Insegnante e giornalista pubblicista. Cultore di scienze biblico-teologiche, specializzato in teologia ecumenica con indirizzo biblico-patristico. Già redattore Barinedita.it (2011-1019)

2 pensiero su “Il pozzo di Bona Sforza in restauro: saranno recuperate le epigrafi originali?”
    1. Salvatore Schirone, è sempre stato un’uomo di cultura e studioso molto attento specialmente alle nostre radici della città di Bari e di molti aneddoti legato ai cittadini bares. I suoi pregi sono innumerevoli, e semplicemente posso dire, grazie e complimenti.

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