santi

Sin dagli albori dell’umanità, le persone hanno dovuto convivere con le ataviche paure scaturite dall’incapacità di controllare la furia degli elementi naturali e delle malattie, proprio per questo motivo in ogni epoca hanno sempre invocato la protezione di esseri considerati soprannaturali, alle volte dotandoli addirittura di origini divine. Per i norreni Thor era il dio del tuono e protettore dell’umanità, per gli antichi greci e romani Apollo era il dio del sole delle arti mediche e dell’intelletto oltre che il protettore della città e del tempio di Delfi e così via. Con l’avvento del cristianesimo e del monoteismo, i fedeli curiosamente non hanno perso l’abitudine di chiedere protezione dagli elementi, dalle malattie e perfino dai problemi professionali, hanno solo scelto dei mortali come loro nuovi paladini: i santi. Infatti, ognuno di loro è dotato di un suo specifico campo d’azione e pregandoli, almeno in teoria, ci dovrebbero sostenere nelle difficoltà.

Eviteremo in questa sede di parlare di san Nicola di Myra (protettore dei marinai, bambini, donne da marito ecc.), san Francesco d’Assisi (protettore degli animali, poveri, poeti ecc.) o di san Giuseppe da Copertino (protettore di scolari e aviatori) perché lo abbiamo già fatto altrove e ci concentreremo su altri santi che riteniamo interessanti e con curiosi protettorati.

San Noè e san Giobbe

Cominciamo con san Noè, sì il famoso Noè della Genesi che ha costruito l’arca e salvato l’umanità e gli animali dall’estinzione. Costui è chiaramente protettore delle navi, come potrebbe essere altrimenti, ma anche di vigne e ubriachi, perché a causa della sua poca conoscenza degli effetti del vino, il nostro buon santo si è ritrovato bello sdraiato e nudo in una tenda, fra lo stupore dei figli. Che dire? Santo non vuol dire astemio. È ricordato dalla chiesa il 18 novembre anche se ci sono diversi omonimi, come il santo ugandese Noè Mawaggali del XIX secolo che si festeggia il 31 maggio, celebrati in giorni diversi.

Altro personaggio biblico è san Giobbe di Idumea, ritenuto il patrono degli allevatori di bachi da seta, grazie ad una leggenda che lo vuole afflitto crudelmente dal diavolo. Praticamente dalle sue piaghe venivano fuori vermi che Dio ha poi trasformato in bachi da seta. Immagine in sé che è alquanto disturbante. Si festeggia il 10 maggio.

I santi: Barbara, Pancrazio, Ambrogio e Gennaro

Continuiamo con santa Barbara del III secolo, sulla cui verità storica ci sono parecchi dubbi. La giovane dopo una serie di miracoli è stata decapitata dal padre pagano e subito dopo l’uomo meschino ha ricevuto come ricompensa un fulmine che lo ha incenerito sul posto. Proprio per questa strana dipartita del padre, è invocata contro i fulmini, esplosioni e morte improvvisa ed è patrona tra l’altro dei vigili del fuoco e degli artificieri. Si ricorda il 4 dicembre.

Non dimentichiamoci di san Pancrazio giovane cristiano martorizzato nel 304 d.C. sotto l’impero di Diocleziano, lui è invocato per proteggersi dallo spergiuro e dalla falsa testimonianza, oltre che crampi e mal di testa. Si celebra il 9 luglio.

Fra i nomi noti c’è sant’Ambrogio di Treviri del IV secolo, vescovo di Milano, protettore delle api e degli apicoltori, sembra infatti che sin da piccolo fosse immune alla puntura di questi insetti. È ricordato il 7 dicembre.

E dato che non vogliamo fare distinzioni fra nord e sud, ci permettiamo di ricordare anche san Gennaro vescovo di Benevento vissuto a cavallo del III e IV secolo, celebrato il 19 settembre, che addirittura protegge dai terremoti e dalle eruzioni vulcaniche, basti pensare che nel 1631 a Napoli, il Vesuvio sembra abbia bloccato la sua attività dopo l’esposizione delle reliquie del santo.

Protettori di gatti, prigionieri e duellanti

Poi c’è san Leonardo di Noblac del 500 d.C., abate francese celebrato il 6 novembre, che se invocato dai prigionieri spezza perfino le catene. Protegge dall’obesità, ma anche dai briganti ed è il protettore anche dei prigionieri e dei fabbricanti di catene.

Tutti i gattofili non possono fare a meno di conoscere santa Gertrude di Nivelles monaca benedettina del VII secolo, considerata la patrona dei gatti, ed è invocata contro l’invasione di topi (che all’epoca diffondevano la peste e la morte in gran quantità), la febbre e la follia. Si festeggia il 17 marzo.

Dello stesso secolo sono anche san Drausio vescovo di Soisson, celebrato il 7 marzo, patrono dei duellanti, in Francia prima di ingaggiare un combattimento gli sfidanti chiedevano protezione a lui, e sant’Acario vescovo di Noyon e Tournai ricordato il 27 novembre, patrono dei caratteri difficili, della pazzia, delle malattie nervose e dei matrimoni infelici.

I santi: Gummaro, Mauronto, Antonio e Zita

Altro protettore dai matrimoni infelici è san Gummaro di Lier del VIII secolo, forse a causa del suo pessimo rapporto con la dispotica sposa, basti pensare che negli ultimi anni della sua vita si è ritirato in eremitaggio. È festeggiato l’11 ottobre.

I tifosi dello sport, devono conoscere san Mauronto di Marsiglia vescovo del VIII secolo, ricordato il 20 ottobre, protettore dei giocatori di calcio perché le squadre intitolate in suo nome vincono sempre.

Non possiamo dimenticare inoltre sant’Antonio da Padova frate francescano del XIII, festeggiato il 13 giugno, protettore di bambini malati, orfani, ragazze da marito, cavalli, suini, naufraghi, ma soprattutto di cose perdute e oggetti smarriti.

E tornando proprio su quest’ultimo punto, chiudiamo l’elenco assolutamente parziale, dato che sull’argomento potremmo scriverci un’enciclopedia, con la santa che tutti almeno una volta avremmo voluto invocare: Santa Zita.

La santa ricordata il 27 aprile, era una devota cristiana di Lucca del XIII, protettrice di domestici e badanti, lavori che aveva fatto in vita. E quale sarebbe la sua particolarità? Viene invocata se si smarriscono le chiavi di casa. E a chi non è mai capitato almeno una volta?

Insomma, “se non sapete a che santo votarvi” è solo perché non vi siete ben informati, praticamente non c’è mestiere, malanno o problema per il quale non possiate contare sul supporto di un santo.


Copertina: particolare Pala di Fiesole, dipinto di Beato Angelico

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Giornalista pubblicista, da anni collabora come redattore, fotoreporter e social media manager per testate giornalistiche on-line. Persona curiosa e intraprendente, ha coltivato negli anni diversi hobby.

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