È il santo più venerato al mondo. Un vero esempio di “condivisione” devozionale che coinvolge popoli di differenti partecipazioni religiose. La nostra città è la degna sede del suo sepolcro, delle sue reliquie, e delle sue leggende. 

Le innumerevoli manifestazioni di affetto per San Nicola affondano ad epoca remota e travalicano tutti i confini. I visitatori della sua Basilica lasciano un ricordo di sé e portano via con sé un ricordo dell’emozione e dello stupore che promana la magnificenza del tempio romanico, e dalla sacralità del suo sacello sotterraneo.

Premessa necessaria per parlare di un’operazione letteraria del tutto differente, e da ascrivere necessariamente alla letteratura nicolaiana di tutti i tempi.

Vasilij Nemirovič-Dančenko, I gemelli di San Nicola, traduzione e cura di di Marco Caratozzolo, Stilo Editore

Promotore dell’edizione è lo slavista dell’Università degli Studi di Bari, Marco Caratozzolo. Abbiamo avuto modo di incontrarlo anni fa quando curava un lavoro sul carteggio del nostro grande Tommaso Fiore con corrispondenti russi e abbiamo scoperto che la sua giovane età non contraddiceva un’acuta e profonda conoscenza dell’universo slavo e russo.

Eccolo quindi nelle vesti di curatore di un romanzo misterioso e fiabesco ambientato nella nostra Bari, anzi sul sagrato della Basilica. Gli attori sono gli umili cittadini e cittadine baresi e i miserabili pellegrini russi.

L’ansia di raggiungere e omaggiare il Santo si azzera sulla soglia dell’altare nella cripta e la poveretta pellegrina russa muore senza aver potuto realizzare la sua aspirazione devozionale. Ma il fantastico e il magico subentrano misteriosamente sulla “scena del crimine” dando inizio a una vicenda che si va a sviluppare tra le case, i vicoli, i colori e gli odori della nostra Bari Vecchia.

Un “nuovo” romanzo storico che ha la privilegiata location della nostra città. Non diremo di più invitando il lettore a scoprire da sé la fantastica vicenda di un autore da noi praticamente sconosciuto e scoperto, se possiamo dirlo, da Caratozzolo.

Le note di copertina sono piuttosto esaurienti e ci dicono tanto di Vasilij Nemirovič-Dančenko (1844-1934), l’autore del romanzo. È stato giornalista, corrispondente di guerra, prosatore e poeta. Viaggiatore che traeva dai luoghi che visitava ispirazione per i suoi racconti. Venne evidentemente anche a Bari. Chissà se nell’Albo d’Oro dei visitatori della nostra magnifica basilica e del nostro Santo è riportato anche il suo autografo.

Il plauso finale va a Vito Lacirignola che con la sua Stilo Editrice continua nella proficua opera di promozione e divulgazione di importanti autori e studiosi locali nei disparati campi disciplinari delle scienze, delle arti e della narrativa.

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Francesco Quarto è nato e vive a Bari. Da poco in pensione dopo tanti anni di vita da bibliotecario durante i quali ha “supportato” generazioni di studenti e non solo: docenti, ricercatori, accademici e continua a mantenere relazioni e contatti. Sviluppa le sue ricerche sulla storia della tipografia antica in Puglia scoprendo numerose edizioni ignote. La storia della città di Bari è l’altro ambito privilegiato dei suoi interessi. Da due anni ha una rubrica sui nostri quotidiani, molto apprezzata dai baresi e anche da viandanti e viaggiatori di passaggio nella città.

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