Se la pandemia ci costringe a vivere anche quest’anno una Pasqua in tono dimesso – niente processioni, riti ridotti, ingressi in chiesa contingentati – possiamo però proiettarci con l’immaginazione nell’epoca d’oro della liturgia barese, l’XI secolo. E lo possiamo fare grazie a due libri pubblicati da Stilo Editrice usciti provvidenzialmente proprio durante i flussi di ondate epidemiche che si sono succedute durante le ultime due Pasque. Parliamo degli ultimi lavori di Giuseppe Micunco:

  • Exultet I di Bari. Parole e immagini di pace tra Oriente e Occidente alle origini della letteratura di Puglia, a cura di Giuseppe Micunco, Stilo Editrice, febbraio 2020;
  • Benedizionale di Bari. Fuoco e acqua, cielo e terra nella liturgia della Veglia pasquale in un rotolo dell’XI secolo, a cura di Giuseppe Micunco, Stilo Editrice, agosto 2020.

Due pregiate pubblicazioni che finalmente rendono accessibili a tutti due capolavori dell’arte manoscritta pergamenacea medievale, conservati nel Museo Diocesano di Bari.  

Il primo è l’Exultet, il rotolo in pergamena, recentemente restaurato, lungo tre metri, che contiene il solenne canto che viene recitato dal diacono al culmine della veglia Pasquale. Il testo, vergato nell’elegante e raffinata scrittura beneventana, Bari-type, riporta finissime miniature colorate, decorazioni e medaglioni laterali, disegnate in senso contrario al testo per essere godute dai fedeli mentre il lettore sul pulpito, leggendolo, srotolava il volume. L’incipit, da cui il canto e il rotolo prende il nome, è appunto: “Exultet iam angelica turba coelorum …“, “Esulti ormai la turba degli angeli celesti…”.

Il secondo è il Benedizionale, altro rotolo in pergamena, coevo del precedente, redatto con la medesima scrittura e arricchito anch’esso di pregiate miniature. Contiene la preghiera più bella della cristianità, quella recitata dal Vescovo sull’acqua del fonte battesimale. La benedizione rievoca tutti gli elementi cosmici, cielo e terra, acqua e fuoco, trasfigurati dal sacrificio redentore di Cristo nella sua Pasqua.

Due autentici monumenti della liturgia medievale barese, che, come sottolinea Micunco nella introduzione al Benedizionale, non sono solo

“il prodotto di una Chiesa viva, di una Chiesa credente, di una Chiesa colta”, ma anche la testimonianza “di una città  florida di scambi e di commerci, che mette insieme, fondata sulla fede del Risorto, culture e forme artistiche diverse, ma in una sintesi originalissima di fede e di vita” (p.12).

Il merito di questi due libri è l’averceli restituiti grazie alla lettura attenta che il curatore ha saputo fare, con la sua accurata traduzione, le sue colte introduzioni e le chiare spiegazioni di ogni tratto della scrittura e dei singoli particolari iconografici, che sapientemente l’editore ha saputo riportare nella pubblicazione con ampie illustrazioni a colori. Un lavoro che ha coronato anche la carriera di Giuseppe Micunco, che purtroppo ci ha lasciato subito dopo (scomparso prematuramente a settembre 2020). Una sorta di testamento e una eredità preziosa per la chiesa di Bari-Bitonto che ha amato e servito in tutta la sua vita.

Un ulteriore motivo per leggere questi due libri e apprezzare il meraviglioso affresco della Bari dell’anno Mille, vista nel momento culminante della sua vita religiosa e civile: la Veglia Pasquale.

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Insegnante e giornalista pubblicista. Cultore di scienze biblico-teologiche, specializzato in teologia ecumenica con indirizzo biblico-patristico. Già redattore Barinedita.it (2011-1019)

Un pensiero su “Exultet e Benedizionale, la Bari dell’anno Mille colta nel cuore della Veglia Pasquale”
  1. Recensione all’ “Exultet I di Bari” a cura di Giuseppe Micunco.
    Il volume, riedito dalla Stilo Editrice nel 2020 (la prima edizione è del 2011), è uno studio di grande valore, nel quale il Prof. Giuseppe Micunco analizza il rotolo di pergamena, attualmente esposto nel Museo Diocesano di Bari, facendo dialogare fra loro discipline diverse quali la storia, la musica, la storia dell’arte e la letteratura, fornendo così al lettore un quadro completo dell’ oggetto analizzato. Dopo aver offerto un’inquadratura storica sulle fasi di composizione dell’Exultet I di Bari e di come questo testo è in relazione con altri esemplari dello stesso genere, Micunco focalizza l’attenzione sull’aspetto musicale e sull’apparato decorativo che impreziosisce la pergamena, la quale è uno degli esempi più importanti di scritti in beneventana Bari type. Dopo un apparato delle immagini segue l’analisi del testo dell’Exultet, del quale è dapprima fornito il testo integrale latino con la traduzione e, infine, viene commentato venendo diviso in scene e, inoltre, è analizzato in relazione all’apparato figurativo.
    Il registro adoperato dall’autore è molto chiaro e, pertanto, il volume è accessibile anche ad un pubblico di non specialisti.

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