Copertina originale del 1995

Sono passati 26 anni dalla prima missione barese del “detective dell’impossibile”, il Martin Mystère del famosissimo fumetto di Sergio Bonelli Editore. Tra le tante incredibili e affascinanti storie uscite dalla penna di Alfredo Castelli con i disegni di Giancarlo Alessandrini, quella de Il segreto di San Nicola, resta, come la definisce lo stesso autore, “la summa del mystero: dagli albori del pianeta dominato dai dinosauri e visitato dagli alieni, fino alla ricerca ancora attuale del Santo Graal, passando per la saga di Re Artù, tutte le leggende e i misteri dell’umanità convergono sul Santo Patrono di Bari e sulla Basilica a lui dedicata. 

Il disegnatore Giancarlo Alessandrini

Il segreto di San Nicola

Ed ecco, per la gioia dei fans di Martin Mystère e non solo, Il segreto di San Nicola, lo storico Albo Gigante, il primo della serie, pubblicato il 1° settembre 1995, viene oggi ristampato dalla LB edizioni, in tiratura limitata, con una copertina nuova e con la bella prefazione del Priore della Basilica di San Nicola, Padre Giovanni Distante. “Un ‘segreto’ frutto di fantasia? Certamente –  scrive Distante – . Tuttavia, molti dei fatti narrati si rifanno a eventi reali legati alla storia della Basilica, il monumento più ricco di storia e cultura della città di Bari, oggetto di continua ricerca e critica storica, che di ‘misteri’ ne conserva tantissimi”.

Il segreto di San Nicola, ristampa delle LB edizioni, albo a tiratura limitata

Per provare ad immergerci in questa “summa mysteriorum”, e carpirne qualcuno, abbiamo intervistato il suo simpaticissimo autore, Alfredo Castelli, curioso e brillante come il suo amato personaggio. 

L’autore Alfredo Castelli

Intervista a Castelli

Quando e come nasce Martin Mystère?

«Martin Mystère è ufficialmente nato nell’aprile 1982, quando è uscito il primo numero della collana. In realtà è stato concepito molto tempo prima, in un progetto (non accettato) per Il Giornalino del 1975, e ha avuto un precursore pressoché identico, Allan Quatermain, pubblicato dal settimanale Supergulp nel 1978. In quel periodo non ha subito sostanziali modifiche, che, semmai, sono avvenute nei primi anni di uscita della serie Bonelli».

La nascita del personaggio

Martin Mystère compie gli anni il 26 giugno, stesso giorno, ma cinque anni prima, della tua nascita. Ora sarebbe –  diciamo così –  non proprio più un ragazzino…

«Dargli una data di nascita è stato un grave errore; ero convinto che la serie sarebbe durata pochissimo, e invece nel 2022 il “detective dell’impossibile” festeggerà il suo quarantennale. Martin, che è del 1942, compirà ottant’anni, cosa che turba i lettori, i quali si chiedono se potrà ancora scalare montagne o inoltrarsi in cunicoli inesplorati. Io spiego che, al contrario dei cani e dei gatti, gli eroi dei fumetti invecchiano più lentamente di noi: un anno per loro ogni quattro dei nostri. Quindi Martin ha solo un decennio in più dei quaratant’anni che aveva all’inizio: un’età ragionevole. Che dico? È un bimbo!».

Il personaggio di Martin Mystère

Cos’altro ha di autobiografico Martin Mystère?

«Ogni autore di narrativa tende a trasferire sui propri personaggi qualche propria caratteristica, non tanto per raccontarsi, ma perché sono il modello più comodo a cui rivolgersi in caso di necessità (”Cosa farei io in questa situazione?”). Posso dire purtroppo che tra i tratti autobiografici di Martin Mystère non si annovera la prerogativa di mantenersi giovane, dato che per me gli anni sono passati a velocità regolare. Di autobiografico, semmai, Martin presenta alcuni tratti del mio carattere: con il trascorrere del tempo (ed ecco i cambiamenti “in corso d’opera” a cui accennavo poco fa) il personaggio è divenuto più “umano”: ha sviluppato una certa pulsione a rimandare a domani quello che si poteva fare ieri; la capacità di non prendersi troppo sul serio pur cercando di svolgere al meglio il proprio lavoro, e, soprattutto, una grande curiosità priva di pregiudizi nei confronti di tutto ciò che lo circonda. I lettori lo chiamano con affetto “il BVZM”, “Buon Vecchio Zio Marty” e lo considerano un po’ come una persona reale. Con mio grande piacere chiamano me “il BVZA”, “Buon Vecchio Zio Alfredo”, e mi considerano un po’ come un personaggio dei fumetti».  

L’albo dedicato a Bari

Come nacque l’idea dell’albo dedicato a Bari e a San Nicola?

«Mi hanno sempre incuriosito le tracce di Re Artù in Italia, precedenti addirittura alle opere letterarie a lui dedicate. In Puglia ve ne sono due particolarmente importanti: il bassorilievo sulla Porta dei Leoni della  della Basilica di San Nicola e l’Arturius Rex a cavallo di un gatto selvatico (!) sul mosaico pavimentale della Cattedrale di Otranto.

Mi ha sempre affascinato anche il culto nei confronti di San Nicola, già ampiamente diffuso in Europa prima della traslazione delle sue spoglie nel 1087; tra l’altro il patrono di Bari e di moltissime altre località disseminate nel mondo (tra cui Nizza, che considero un po’ mia città di adozione) ha alcuni biografi in comune con quelli del sovrano britannico. Del resto svolge una funzione che ha molte analogie con quella di Merlino: quest’ultimo è considerato da molti commentatori come il trait-d’union tra le religioni celtiche e il cristianesimo; San Nicola lo è tra la religione cattolica e ortodossa.

A questi interessi aggiungo il fatto che conosco Bari fin da quando avevo vent’anni o giù di lì, perché da Bari o da Brindisi si partiva per la Grecia, e che mia moglie è di Bari. Ed ecco dunque il perché di questo mix arturiano, nicolaiano e affettivo».

Nuova riproposta del “Il segreto di San Nicola”

Riproponendo quella storia, confermi quanto hai immaginato e raccontato ventisei anni fa? O cambieresti qualcosa nella trama o nel finale?

«Non che consideri quell’albo un intoccabile capolavoro, ma ­ ­– cosa che mi accade assai di rado – lo lascerei ­così com’è: tutto sommato gli equilibri tra realtà, fantasia e tutto il resto sono abbastanza corretti. Semmai allungherei a dismisura l’apparato di commento, aggiungendo tra l’altro particolari tratti dai saggi di Padre Gerardo Cioffari, che dirige il Centro Studi Nicolaiani di Bari. Il santo e i suoi avatar ­­– tra cui Santa Claus / Babbo Natale ­­­– offrono infatti moltissimi spunti».

Una ristampa limitata

Una ristampa limitata ed esclusiva, perché?

«L’amico Luigi Bramato possiede la bella libreria “Bari Ignota” in via De Rossi, che pubblica tra l’altro una collana di libri molto interessanti sulla città e la regione, che tu ben conosci in quanto ne sei direttore responsabile. Quando ci siamo visti agli inizi del 2020 mi ha detto che molti suoi clienti gli chiedevano spesso Il segreto di San Nicola, uscito venticinque anni prima e ormai esaurito. Anch’io sono particolarmente affezionato a quel volume, anche perché è il primo numero della collana Martin Mystère Gigante. La Bonelli tende a pubblicare ristampe del proprio materiale in prima persona e non ad affidarle a editori terzi, ma ho chiesto se in questo caso si poteva fare un’eccezione per un volume in tiratura limitata che non pregiudicasse eventuali uscite nel circuito librario. L’eccezione è stata concessa, ed ecco – pur se rallentato dal Covid-19 ­– finalmente il volume, arricchito da una bella prefazione di Padre Giovanni Distante, priore della basilica, che qui ringrazio. L’ho conosciuto più di un quarto di secolo fa e spero di rivederlo presto. Dalle foto sul sito non mi sembra molto invecchiato. Che sia anche lui un personaggio di fumetti?».


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Insegnante e giornalista pubblicista. Cultore di scienze biblico-teologiche, specializzato in teologia ecumenica con indirizzo biblico-patristico. Già redattore Barinedita.it (2011-1019)

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